Porto di mare, 1963
olio su tela
Il pasto degli avvoltoi, 1969
olio su tela
1000 x 1000 mm
L'invasione degli stereosauri, 1970
acrilico su tela
1000 x 1000 mm
Il pasto degli avvoltoi, 1972
olio su tela
1000 x 1000 mm
Dopo una fase preparatoria, fatta di grandi entusiasmi e discussioni accese per le nuove correnti,
dal cubismo all'astrattismo, da Picasso ad Hartung a Cassinari a Vedova a Fontana, Cargnoni
aderisce per qualche tempo, intorno agli anni '50, al realismo milanese di Sughi, Cazzaniga,
Luporini, Cappelli, Vicentini, con periferie urbane, notti nere perforate dai
fari delle macchine.
Quindi imbocca decisamente la strada di una pittura fantastica, che
verra' definita in vario modo dai critici: favole meccaniche, paesaggi apocalittici,
apocalisse tecnologica, simbolo-metafora-allegoria, un segno sospeso tra realtà e fantasia,
pensare per immagini...
Nella pittura di Cargnoni, non c'è tanto il
motivo, un po' abusato, dell'ecologia, quanto piuttosto una tematica da fine del mondo. Basta
sfogliare i suoi acquerelli, per trovare in ciascuno i segni premonitori: lotte di draghi,
richiami apocalittici, sconvolgimenti naturali che dovrebbero inquietarci.
"È un mondo in frantumi, in cui tuttavia
i reperti degli oggetti, ritagliati in sagome coloratissime, irradiano
da ogni parte, creando una dimensione non più precisabile, fuori
da ogni sicura misura di spazio e di tempo."
Elda Fezzi, 1970